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Obesità e Ipertensione

di Paolo Della Mea e Francesco Fallo

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Epidemiologia.

Il nesso fisiopatologico.

La diagnosi 

 

Circonferenza del braccio

Dimensione del bracciale

22-26 cm

piccola cuffia da adulto con camera d’aria 10x24 cm

27–34 cm

normale cuffia da adulto con camera d’aria 13x30 cm

35–44 cm

Grande cuffia da adulto  con camera d’aria 16x38 cm

45–52 cm

Grande cuffia da adulto  con camera d’aria 20x42 cm

 

Tabella I. Dimensioni del bracciale in relazione alle dimensioni del braccio, raccomandate dalla American Heart Association.

La Terapia 

Nel trattamento dell’ipertensione arteriosa essenziale nel paziente obeso è opportuno sottolineare alcune peculiarità rispetto al paziente iperteso normpeso:

Il trattamento farmacologico dell’obesità può essere iniziato ad un BMI >27 kg/m2 (anziché > 30 kg/m2) qualora siano presenti comorbidità quali ipertensione, diabete mellito tipo 2, dislipidemia, malattia cardiovascolare, OSAS).

L’orlistat, inibitore delle lipasi intestinali, sembra avere un modesto effetto ipotensivizzante nei pazienti con riduzione del peso del 5%, rispetto i controlli trattati con dieta e placebo (anche se non vi sono chiare dimostrazioni che tale effetto sia indipendente dalla perdita di peso).

La sibutramina, inibitore selettivo del reuptake di noradrenalina e serotonina, ha un modesto effetto ipertensivizzante. Questo lo controindica nei pazienti con ipertensione arteriosa di difficile controllo e richiede, specie nei primi due mesi, un attento controllo dei valori pressori, anche nel normoteso. Va però sottolineato che in non più del 5% dei casi è necessario sospendere la terapia.

Per quanto riguarda il rimonabant, antagonista del recettore di tipo 1 dei cannabinoidi; i dati finora pubblicati sui primi studio di fase 3 (RIO North America e RIO Europe), indicano che, nonostante un significativo effetto sul peso corporeo, questo farmaco non ha modificato la pressione sistolica e diastolica in modo significativo.

Le principali linee guida sull’ipertensione arteriosa (JNC VII, ESH-ESC, OMS) non forniscono indicazioni su una particolare classe di farmaci da prediligere nel trattamento del paziente iperteso obeso. Sulla base dei dati disponibili in letteratura è però razionale consigliare l’uso di farmaci antiipertensivi metabolicamente favorevoli o neutri, quali gli ACE inibitori, gli antagonisti del recettore dell’angiotensina II e gli inibitori α-adrenergici centrali o periferici.

I Ca-antagonisti, seppur metabolicamente neutri, sembrano avere minore effetto antiipertensivo nel paziente obeso.

I diuretici andrebbero usati solo insieme agli inibitori del sistema renina-angiotensina-aldosterone (SRAA) ed a basse dosi, poiché, oltre a peggiorare l’insulino-sensibilità, aumentano ulteriormente l’attività del SRAA, dal momento che riducono il volume plasmatico effettivo. 

I β-bloccanti possono determinare un aumento di peso e un peggioramento della tolleranza glucidica e del metabolismo lipidico, per cui non andrebbero usati nel paziente iperteso-obeso a dosi piene e in monoterapia, a meno che non siano indicati per altri motivi rilevanti sul bilancio benefici/rischi.

Bibliografia essenziale 

Davy K P and Hall J E. Obesity and hypertension: two epidemics or one? Am J Physiol 2004; 286:R803–R813.

Aneja A et al. Hypertension and obesity. Rec Prog Horm Res 2004; 59:169-205

Rahmouni K et al. Obesity-associated hypertension. New insights into mechanisms. Hypertension. 2005;45:9-14.

O’Brien E et al.  European Society of Hypertension recommendations for conventional, ambulatory  and home blood pressure measurement. J Hypertens 2003, 21:821–848.

Bosello O. La terapia farmacologica dell’obesità. 2001, Ed Kurtis.

Klein S et al. Clinical implications of obesity with specific focus on cardiovascular disease. A  statement  for professionals from the American Heart Association Council on Nutrition, Physical activity, and Metabolism. Circulation. 2004;110:2952-2967

ultimo aggiornamento: 9 novembre 2007


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