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20 maggio 2009

 

Studio al Joslin Identifica Tessuto Adiposo Bruno negli Adulti


Ricercatori del Joslin Diabetes Center hanno dimostrato che gli uomini adulti hanno ancora un tipo di grasso buono che si pensava fosse presente solo nei neonati e nei bambini. A differenza del tessuto bianco, che immagazzina energia e rappresenta la maggior parte del grasso corporeo, questo grasso “buono” chiamato grasso bruno ha la funzione principale di bruciare energia e calorie. La scoperta, pubblicata il 9 aprile sul New England Journal of Medicine, potrebbe aiutare a trovare nuove strategie terapeutiche per l'obesità e il diabete tipo 2.

In passato gli scienziati ritenevano che il tessuto adiposo bruno esistesse nell'uomo solo durante l'infanzia e che scomparisse in età adulta. Questo studio dimostra non solo che il grasso bruno esiste nell'adulto, ma anche, per la prima volta, che questo tessuto è metabolicamente attivo.

“Il fatto che ci sia tessuto adiposo bruno attivo nell'adulto significa che questo potrebbe diventare un nuovo ed importante bersaglio terapeutico per la terapia dell'obesità e del diabete tipo 2,” spiega Ronald Kahn, ultimo autore dell'articolo e Direttore del gruppo Obesità ed Azione Ormonale del Joslin e professore di Medicina alla Harvard Medical School. L'Obesità è un fattore di rischio maggiore per il diabete tipo 2. Secondo i ricercatori una nuova possibile terapia dell'obesità potrebbe essere stimolare la crescita del tessuto bruno che porterebbe al miglioramento del controllo del peso e migliorare il metabolismo glucidico.

Non solo abbiamo trovato il tessuto adiposo bruno nell'adulto, ma abbiamo anche importanti differenze nella quantità di grasso bruno in relazione a numerosi fattori quali l'età, la glicemia e, cosa più importante, il grado di obesità” spiega Aaron Cypess, primo autore dello studio.

Lo studio ha trovato che le persone più giovani hanno maggiori quantità di tessuto bruno e che questo tessuto è più attivo durante la stagione fredda, in accordo con il suo ruolo di dissipazione di energia per produrre calore. Inoltre il tessuto bruno è maggiore negli adulti magri e con valori glicemici normali.

“Ciò che è particolarmente interessante è che gli individui sovrappeso o obesi, secondi il BMI, hanno minori quantità di tessuto bruno” continua Ronald Kahn. “Analogamente i pazienti che assumono terapia con beta bloccanti e i pazienti più anziani hanno meno tessuto bruno attivo. Ad esempio le persone over-64 e con BMI elevato hanno una probabilità 6 volte inferiore di avere una significativa quantità di tessuto bruno”.

Questi risultati, in particolare quelli sui pazienti obesi, confermano il potenziale ruolo del tessuto bruno nella regolazione del peso corporeo suggerendo che una quantità maggiore di tessuto bruno possano proteggere dall'obesità legata all'età. Sulla base di questo studio i ricercatori ritengono che una maggiore capacità di misurare il tessuto bruno e la sua attività in vivo nell'uomo porterà a comprendere meglio il suo ruolo fisiologico e il suo potenziale come obiettivo nel trattamento dell'obesità ed altre malattie metaboliche.

Lo studio ha permesso di capire meglio il tessuto bruno grazie all'uso di moderne tecniche d'immagine. I ricercatori hanno analizzato un database di 1972 pazienti che sono stati sottoposti, per diverse ragioni, a un esame PET/TC in un periodo di 3 anni. Sono stati identificati significative quantità di tessuto bruno nel 7,5% delle femmine e in oltre il 3% dei maschi. “Questi numeri certamente sottostimano la reale quantità di tessuto bruno, poiché la PET/TC può rilevarlo solo oltre una certa soglia mentre quantità inferiori o meno attive non vengono rilevate” spiega Kahn. “Questo dimostra che in molti adulti c'è del tessuto bruno” aggiunge Cypess. Kahn aggiunge che “ci sono buone probabilità che il tessuto bruno sia presente in quantità significative in una percentuale maggiore di adulti ma che potrebbe essere maggiormente diffuso nel corpo e quindi più difficilmente individuabile con le immagini PET. La maggior parte dei depositi di tessuto bruno sono stati rilevati nel collo”.

Lo studio è stato supportato dal Clinical Investigator Training Program del Beth Israel Deaconess Medical Center, Harvard/MIT Health Sciences and Technology, in collaborazione con Pfizer e Merck e con un grant dei National Institutes of Health e la fondazione Eli Lilly.

Bibliografia.

Cypess AM, Lehman S, Williams G, Tal I, Rodman D, Goldfine AB, Kuo FC, Palmer EL, Tseng YH, Doria A, Kolodny GM, Kahn CR. Identification and importance of brown adipose tissue in adult humans. N Engl J Med. 2009 Apr 9;360(15):1509-17.

Van Marken Lichtenbelt WD, Vanhommerig JW, Smulders NM, Drossaerts JM, Kemerink GJ, Bouvy ND, Schrauwen P, Teule GJ. Cold-activated brown adipose tissue in healthy men. N Engl J Med. 2009 Apr 9;360(15):1500-8.

Virtanen KA, Lidell ME, Orava J, Heglind M, Westergren R, Niemi T, Taittonen M, Laine J, Savisto NJ, Enerbäck S, Nuutila P. Functional brown adipose tissue in healthy adults. N Engl J Med. 2009 Apr 9;360(15):1518-25.

 
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