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20 marzo 2009

 

SENZA SPOT DEI FAST FOOD L'OBESITA' DIMINUISCE.
Primo studio dimostra che la pubblicità dei fast food contribuisce all'Obesità

Vietando gli spot di fast food nei programmi per bambini e ragazzi, si ridurrebbe del 18% il tasso di obesità nei bambini e del 14% negli adolescenti statunitensi. Lo sostiene uno studio condotto da ricercatori del National Bureau of Economic Research (NBER) e finanziato dai National Institutes of Health (NIH). Lo studio è stato pubblicato dal Journal of Law and Economics dell’Università di Chicago.

Gli economisti Shin-Yi Chou, Inas Rashad e Michael Grossman, autori dello studio, hanno misurato il tempo trascorso dai bambini davanti alla pubblicità televisiva ogni settimana ed hanno calcolato che uno stop agli spot televisivi dei fast food durante le ore di programmazione televisiva infantile diminuirebbe del 18% il numero dei bambini sovrappeso tra i 3-11 anni e del 14% il numero degli adolescenti tra i 12-18 anni con eccesso di peso. L'effetto sarebbe più marcato nei maschi rispetto alle femmine.

Anche se bandire gli spot dai programmi per bambini sarebbe efficace gli autori si sono chiesti se i costi per perseguire questa strada sarebbero sostenibili. Nel mondo gli spot pubblicitari nei programmi per bambini sono vietati in Svezia, Norvegia e Finlandia.

"Da tempo sappiamo che l'obesità infantile è conseguenza della nostra cultura, ma sono state fatte poche ricerche che identifichino la pubblicità televisiva come una possibile causa" afferma Chou, professore al Lehigh's College of Business and Economics. "E' auspicabile che questo tipo di ricerche possa aprire una discussione seria sulle politiche che possano frenare l'epidemia di obesità in America".

Lo studio ha dimostrato che anche l'eliminazione delle deducibilità fiscali legate alla pubblicità produrrebbe una riduzione dell'obesità anche se in misure minore (5-7%). Infatti la pubblicità viene considerata un costo di produzione e, in quanto tale, riduce l'imponibile tassabile delle aziende. Gli autori hanno calcolato che, considerando che la tassazione delle aziende è del 35%, l'eliminazione della deducibilità fiscale sulla pubblicità di alimenti provocherebbe un aumento dei costi degli spot del 54%. Questo ridurrebbe il numero dei messaggi pubblicitari diretti ai bambini del 40% e del 33% di quelli diretti agli adolescenti.

Lo studio, il più ampio che ha indagato la relazione tra l'obesità infantile e la pubblicità dei fast-food sulle televisione amaricana, ha osservato i comportamenti di 13000 bambini utilizzando i dati di due studi promossi dal dipartimento del Lavoro, il Child-Young Adult National Longitudinal Survey of Youth iniziato nel 1979 ed il National Longitudinal Survey of Youth iniziato nel 1997. Un primo rapporto del 2006 ha affermato che esistono evidenze convincenti che mettono in relazione la pubblicità televisiva di alimenti con l'aumento dell'obesità infantile e gli autori avevano raccomandato una regolazione da parte del Congresso degli spot sul cibo destinati ai bambini. Questo studio ha dimostrato in modo inconfutabile questa relazione. Il Center for Disease Control ha stimato che, tra il 1970 ed il 1999 la percentuale di bambini di 6-11 anni con eccesso di peso è più che triplicato raggiungendo il 13%. Anche tra gli adolescenti la percentuale è molto alta (14%). Gli studi inoltre indicano che un adolescente obeso ha l'80% di probabilità di essere obeso da adulto e che oltre 300.000 decessi ogni anno negli USA possono essere attribuiti all'obesità.

Bibliografia.
The Journal of Law and Economics, vol. 51 (November 2008)] © 2008 by The University of Chicago. All rights reserved. 0022-2186/2008/5104-0022$10.00 DOI: 10.1086/590132 Fast-Food Restaurant Advertising on Television and Its Influence on Childhood Obesity Shin-Yi Chou Lehigh University Inas Rashad Georgia State University Michael Grossman City University of New York

 
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